Tristano muore: Una vita by Antonio Tabucchi

Tristano muore: Una vita by Antonio Tabucchi

autore:Antonio Tabucchi [Tabucchi, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858823071
Google: RBAgCgAAQBAJ
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2015-07-07T22:00:00+00:00


Insomma, o così o cosà. Ma perché mai dobbiamo pensare che la vita sia o così o cosà, te lo sei mai chiesto, scrittore? Io credo che te lo sei chiesto, e forse è per questo che ti ho chiamato. Ma lui a quel tempo il futuro lo vedeva diviso in due, perché pensava che la storia fosse divisa in due, idiota, non sapeva che la storia la facciamo noi, ce la costruiamo con le nostre mani, è una nostra invenzione, e ne potremmo fare un’altra, se solo volessimo, se solo non ci lasciassimo convincere dalla storia che lei è o così o cosà, se solo avessimo la forza di dirle, signora storia, lei non è niente, non faccia tanto l’arrogante, lei è solo una mia ipotesi, e se non le spiace ora la invento come preferisco.

Ma per dire questo bisogna essere vecchi, e inutili, quasi cadaveri come sono io, quando hai capito che lei era un’illusione, un fantasma, ormai non puoi più farla, è già stata fatta. La storia è come l’amore, è una musica, e tu sei il musicista, e mentre la suoni sei di un’abilità enorme, un interprete che soffia a pieni polmoni nella sua trombetta o sfrega con rapimento il suo archetto sulle corde… magnifico, un’esecuzione perfetta, applausi. Ma non conosci lo spartito. Quello lo capisci dopo, molto più tardi, ma ormai la musica è svanita… Per lui, allora, c’erano solo due futuri possibili. Il primo lo conosceva fin troppo bene, perché conosceva il paese che l’aveva inventato, ma in Italia non si poteva dire, un futuro fatto di giorni cinerei, guidato da un ufficio politico che concepiva le persone non come individui ma come congegni di una macchina a loro superiore, piccoli denti di piccole rotelle insignificanti che macinavano per la grande ruota, per una società senza classi dove tutti saremmo stati uguali, con pensieri uguali e fatiche uguali e felicità uguali e destini uguali. Vuoi un po’ di felicità, quella che ti spetta, compagno?, hai la tessera del partito?, hai la tessera annonaria della felicità collettiva?, molto bene, quanti siete in famiglia?, quattro, vediamo… vediamo… quattro, tu, la tua compagna e due figli, bene bene, compagno, bene bene, hai con te la tessera di tua moglie?, bene bene, e quella dei tuoi figli?, bene bene, mi pare tutto in ordine, compagno, hai diritto a quattro quote di felicità, firma questo foglio e lasciami mettere il timbro, tu sei un bravo compagno, e il grande compagno che tutti ci accompagna nella conquista della felicità ama i bravi compagni come te e desidera per te la felicità necessaria, la felicità giusta per un mondo giusto che stiamo costruendo, un mondo giusto per una società giusta fatta da compagni giusti come te, caro compagno, così ha detto il grande compagno nell’ultimo discorso, avrai sentito le sue parole, erano dirette ai bravi compagni come te che lavorando per una società giusta si meritano la giusta quota di felicità, ma cosa vuoi ancora compagno?, ti ho già messo il



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